1. QUALI SONO GLI STEP PER INDIVIDUARE LE ESIGENZE DI OTTIMIZZAZIONE DEI CONSUMI DI UN SITO?
Innanzitutto si considera appunto il sito specifico: una grande azienda può avere sedi dislocate con esigenze molto diverse.
Può avere ad esempio l’area direzionale, quella logistica, la struttura produttiva o essere un retailer o ancora un struttura sanitaria o recettiva. Ogni tipologia di sito va analizzata ad hoc.
Preliminarmente si esegue un audit energetico approfondito: questo serve per individuare le aree ed i processi energivori e, fra questi, dove si può agire con maggiore efficienza.
I dati su consumi, routine e relativa spesa per l’energia servono a tracciare una linea guida che accoppi i costi e i benefici di ogni singolo intervento individuato come cruciale.
La linea guida deve includere priorità, tempistiche per la realizzazione, costi, tempi di ammortamento, benefici energetici e ambientali.
Il documento viene condiviso con la direzione che può quindi prendere una decisione con dati oggettivi alla mano.
In caso di un’azienda con più siti, è bene eseguire l’audit per singolo sito in modo da poter tracciare una road map completa che consenta di gestire gli interventi con un orizzonte temporale adeguato.
2. QUAL È IL RUOLO DELLA FORMAZIONE NELL’EFFICIENTAMENTO ENERGETICO DI UNA AZIENDA?
La formazione è una risorsa centrale che tocca ogni livello aziendale.
Partendo dalla direzione, i responsabili vanno informati sullo stato dell’arte dell’efficientamento energetico del proprio settore e sull’importanza del raggiungimento dei traguardi della carbon footprint individuati e condivisi a livello internazionale.
L’approvazione dei progetti di miglioramento nella gestione dell’energia parte infatti dall’ok della direzione.
L’implementazione di successo delle strategie di efficientamento è poi reso ottimale quando tutto il personale, l’utenza, i partner della specifica azienda sono formati riguardo le buone pratiche e il corretto utilizzo di materiali, macchinari e apparecchiature presenti nel sito.
La formazione, che inizialmente si svilupperà a macchia di leopardo nel tessuto economico/sociale/industriale avrà via via più forza, facilitando nel tempo il velocizzarsi dei tempi di ammortamento degli investimenti.
3. COME SI FORMA INVECE UN ENERGY MANAGER?
Il titolo di studio, attualmente, non è strettamente codificato, quindi la qualifica di energy manager dipende dalla qualità di diverse aree di formazione che il singolo professionista sceglie di approfondire.
Cominciano solo negli ultimi anni ad essere disponibili master specifici per ottenere tutte le competenze utili allo svolgimento della professione di energy manager.
Va però sottolineato come le competenze trasversali acquisite attraverso un curriculum accademico o l’esperienza lavorativa siano, come in pochi altri ambiti, fortemente legate al periodo in cui sono state acquisite.
L’energy manager lavora in un settore di frontiera, dove decine di discipline portano il proprio contributo quotidiano all’innovazione e al miglioramento delle soluzioni per il risparmio energetico.
La formazione continua attraverso corsi di aggiornamento, pubblicazioni, conferenze e seminari di settore è indispensabile.
Non ultimo, guardando al lato pratico, è molto rilevante per il cliente poter contare su un energy manager che sia anche informato circa le modalità e i tempi di accesso agli incentivi per l’efficientamento.
Gli incentivi possono fare un’enorme differenza nella pianificazione e realizzazione degli interventi per aziende e realtà di ogni dimensione e settore.
4. COME SI MISURA L’EFFICACIA DI UN SISTEMA DI EFFICIENTAMENTO ENERGETICO?
Il primo indicatore sono le bollette.
È importante considerare le bollette dell’intero anno, poiché non solo i cicli produttivi sono spesso stagionali, ma anche perché le condizioni di utilizzo dell’energia variano durante l’anno.
Pensiamo ad esempio all’illuminazione, alla refrigerazione o al raffrescamento e riscaldamento degli ambienti, ma anche al numero di lavoratori o utenti presenti nei diversi periodi.
Data però la relativa labilità dei prezzi dell’energia, è bene dotarsi di un sistema per la misurazione dei consumi che sia possibilmente in grado di offrire un set di informazioni per un monitoraggio completo dei consumi.
Non va dimenticato infatti che alcuni incentivi e benefici per le aziende efficienti si basano proprio su “quanto risparmia” l’azienda.
5. QUALI SONO I PUNTI CHIAVE PER UN ENERGY MANAGEMENT DI SUCCESSO?
Questo dipende fortemente dal singolo sito: da una realtà all’altra la stessa variabile può diventare cruciale o marginale.
In linea di massima, le chiavi per misurare il successo di una strategia di efficientamento sono:
- la riduzione dei consumi elettrici
- l’abbattimento delle emissioni di gas climalteranti
- un utilizzo razionale dell’acqua
- il coinvolgimento dei lavoratori (e degli utenti)
Questi punti chiave vanno misurati, con le specifiche modalità, e utilizzate per arrivare al punto più importante dell’energy management: il miglioramento continuo.
Attraverso monitoraggio e survey mirati si possono individuare le opportunità di miglioramento.