Intervista a Gabriele Paltrinieri, Chief Marketing Officer di Energia Europa S.p.A.
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La qualità dell’energia è una variabile strategica per le imprese energivore: influisce sulla continuità produttiva, sull’efficienza e sugli investimenti futuri. Per capire come sta evolvendo questo tema e quali soluzioni oggi sono realmente efficaci, abbiamo intervistato Gabriele Paltrinieri, Chief Marketing Officer di Energia Europa.
L’intervista alterna riflessioni tecniche e domande dirette, per aiutare le imprese a comprendere cosa accade davvero nei propri impianti e come intervenire con tecnologie di nuova generazione.
1. Negli impianti delle imprese energivore si parla molto di Power Quality, ma spesso in modo superficiale. Quali sono secondo te le criticità che oggi vengono ancora sottovalutate?
Ancora oggi spesso il management tecnico delle aziende non dispone di dati affidabili per rilevare i fenomeni di power quality che impattano sull’efficienza produttiva e sugli sprechi di energia. Tradizionalmente le aziende dispongono di dati puntuali sui consumi energetici — utili per diagnosi energetica e bilanci di sostenibilità — ma raramente misurano i fattori che determinano una bassa qualità dell’energia, in termini di disturbi e perdite.
Gabriele Paltrinieri
Questa mancanza di misurazioni approfondite porta molte aziende a non vedere cause reali di inefficienza che non dipendono dai consumi, ma dai disturbi elettrici.
2. In alcuni tuoi interventi hai sottolineato il ruolo della potenza reattiva distorcente come elemento spesso trascurato negli impianti complessi. In quali contesti industriali questo fattore diventa davvero critico?
Oggi la maggior parte degli impianti presenta carichi distorcenti: inverter, alimentatori switching, LED, apparati IT, ma anche impianti fotovoltaici. In ambienti distorti, sia la potenza attiva che quella reattiva contengono una forte componente distorcente, determinata dalle armoniche di corrente e di tensione.
Questo causa perdite, malfunzionamenti e rischi di fermi produttivi. Inoltre, la reattiva capacitiva — ormai molto diffusa — non può essere compensata con sistemi tradizionali, diventati inefficaci sugli impianti moderni. Servono soluzioni di nuova generazione capaci di compensare in tempo reale sia l’energia reattiva induttiva che quella capacitiva.
Gabriele Paltrinieri
3. Quali criteri tecnici guidano la scelta della soluzione più adatta per migliorare la Power Quality di un impianto complesso?
La base è disporre di dati attendibili, che non è affatto semplice. Per questo, insieme all’Università di Firenze, abbiamo sviluppato un analizzatore di rete portatile ad alta capacità di campionamento che si chiama Aladin, progettato per misurare in maniera affidabile i fenomeni di Power Quality.
Una settimana di misure è spesso sufficiente per capire quale soluzione adottare. Se rileviamo solo un problema di reattiva, sia induttiva che capacitiva, proponiamo la nostra soluzione base PQ-VAR che compensa in tempo reale e ribilancia le correnti. Se invece rileviamo anche componenti armoniche rilevanti, possiamo proporre le versioni più avanzate che, alle funzioni base, aggiungono la mitigazione delle armoniche.
Gabriele Paltrinieri

Aladin: sistema di diagnostica evoluta delle reti elettriche per rilevare in modo semplice ed immediato le anomalie attribuibili alla power quality
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4. Le armoniche sono tra le cause più diffuse di inefficienze e malfunzionamenti. Come sta evolvendo l’approccio alla loro mitigazione?
Nei carichi distorcenti ormai prevalenti, la mitigazione delle armoniche è essenziale per evitare perdite ed errori di funzionamento. Le nostre soluzioni di nuova generazione nascono per intervenire rapidamente anche in ambienti distorti e capacitivi, reagendo in meno di 5 millisecondi.
Gabriele Paltrinieri
5. Quanto pesa davvero lo squilibrio tra le fasi e perché oggi il bilanciamento attivo è così importante?
Durante le nostre campagne di misura notiamo forti sbilanciamenti tra le tre fasi. Questo può compromettere seriamente il funzionamento dei macchinari. Per questo la funzione di riequilibrio è così richiesta.
Gabriele Paltrinieri
6. In quali applicazioni la rapidità di compensazione fa la differenza nel prevenire fermi impianto o micro-interruzioni?
Molti impianti distorti e con forte variabilità nei carichi — data center, impianti fotovoltaici, linee di automazione — rappresentano una sfida per i sistemi tradizionali, che spesso non riescono a seguirne il comportamento dinamico.
Le nostre soluzioni elettroniche intervengono in tempi inferiori ai 5 millisecondi, garantendo stabilità anche nelle condizioni più variabili.
Gabriele Paltrinieri
7. Dal punto di vista del costo di gestione, quanto può incidere la Power Quality?
Investire nella Power Quality è sempre una buona idea, perché i costi dei disturbi, delle perdite, dei guasti e dei fermi impianto possono essere molto elevati. Uno studio condotto su 16 Paesi dell’Unione Europea indica che una bassa qualità dell’energia può incidere fino al 4% del fatturato.
Nei settori più energivori e sensibili — plastica, farmaceutica, automazione — una soluzione efficace può ripagarsi in tempi molto brevi.
Gabriele Paltrinieri
8. Che valore ha per Energia Europa il rapporto con il mondo accademico?
È fondamentale. Con l’Università di Firenze abbiamo avviato lo Smart Energy Lab, un laboratorio congiunto dedicato alla Power Quality. Da questa collaborazione sono nate evoluzioni della nostra soluzione EP-X, l’analizzatore portatile per la diagnostica e la nuova linea dedicata alla Power Quality.
Stiamo anche lavorando a soluzioni per i problemi di tensione e micro-interruzioni, attualmente in fase di test.
Gabriele Paltrinieri

9. Guardando al futuro, quali evoluzioni prevedi per la Power Quality nelle imprese energivore?
L’efficienza energetica e la Power Quality rappresentano la nuova frontiera della transizione energetica. La transizione alle rinnovabili richiede anche un miglioramento della qualità dell’energia, per ridurre sprechi, inefficienze e costi industriali. L’energia più pulita è quella risparmiata.
Gabriele Paltrinieri
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